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Dieta vegana

Oggi, sul fronte alimentare e dei percorsi relativi più celebri, la dieta vegana spicca per notorietà. Tra le varie considerazioni, quella secondo cui abbracciare un regime basato soprattutto sul consumo di prodotti vegetali, migliorerebbe la qualità della vita – in termini di insorgenza di tumori e patologie croniche – è oggetto di discussioni varie.

In realtà, il fatto che esista realmente una correlazione tra cibo e salute è un dato di fatto piuttosto evidente e difficilmente contestabile. Se si sceglie di iniziare un’alimentazione vegana, inoltre, si contribuirebbe allo stesso tempo a garantire la salvaguardia del pianeta Terra.

Ma quali sono davvero i pro e i contro della dieta vegana? Cosa bisogna aspettarsi da un cambiamento così radicale? Scoprilo in questo articolo!

Quali sono i benefici di una dieta vegana?

Prima ancora di iniziare un regime alimentare vegano, è scontato porsi una serie di domande sulla sua efficacia e sulle conseguenze che ne derivano. In realtà, per quanto riguarda i benefici, studi quantitativi hanno dimostrato gli effetti positivi a lungo termine ai quali poter ambire.

I vantaggi tangibili e degni di un focus indispensabile sono i seguenti:

  • Disintossicazione, sembra che seguendo un esempio di dieta vegana equilibrata nel proprio organismo avvenga un processo di depurazione. A conti fatti, il tutto si traduce in uno stile di vita ben più salutare che porterebbe, tra le altre cose, ad aumentare la riserva di energia disponibile;
  • Maggiore apporto vitaminico, consumando alimenti per vegani aumenta automaticamente l’assunzione di vitamine essenziali per la propria salute. Un esempio sono la A, la C e la E, segue un incremento di potassio, fibre e antiossidanti che aiutano a combattere i radicali liberi;
  • Miglioramento dell’umore, una considerazione che i più scettici guardano di sottecchi riguarda l’approccio alla vita di coloro i quali seguono una corretta alimentazione vegana. Secondo alcuni test effettuati su campioni interessati a confronto, è stato dimostrato che gli onnivori sono più predisposti a stati d’animo cupi e ombrosi, tendendo ad avere una mentalità meno positiva rispetto ai vegani;
  • Riduzione di malattie cardiovascolari, grazie al consumo di cibi contenenti una quantità inferiore di grassi saturi, coloro i quali osservano un esempio di dieta vegana si sottraggono maggiormente al rischio di contrarre malattie tipicamente ipertensive, spesso causate da una cattiva alimentazione.

Alimentazione vegana rischi

Valutati i pro, esistono anche – come in tutte le cose – i contro scaturiti da una determinata scelta. In linea generale, tra i rischi e gli svantaggi che ne derivano, alcuni sono i seguenti:

  • Conseguenze a livello sociale, un risvolto negativo a cui si va incontro nella vita di tutti i giorni, dal momento in cui si decide di rispettare una dieta vegana, riguarda l’integrazione sociale. Ci si riferisce a quegli accorgimenti da mettere in atto nel quotidiano, dalla scelta del ristorante fino alla spesa da selezionare;
  • L’insostituibilità delle proteine animali, i sostenitori delle diete onnivore tradizionali, inclusi anche molti nutrizionisti, sostengono che sarebbe opportuno che ognuno seguisse un regime alimentare bilanciato che non escluda definitivamente quegli alimenti che garantiscono apporti nutrizionali specifici ed esclusivi;
  • Le conseguenze generate dalla mancanza di vitamina B12, può accadere che – a causa del consumo ridotto di vitamina B12 (tipica degli alimenti di origine animale) – si possa incorrere in situazioni fastidiose da gestire, come la perdita della memoria e fenomeni frequenti di anemia;
  • I rischi generati dal maggiore consumo di carboidrati, quando si estromette la carne e i suoi derivati dalla propria alimentazione, talvolta è automatico – soprattutto all’inizio – riversare questa mancanza su un consumo maggiorato di carboidrati. L’insorgenza più comune che ne deriva, riguarda proprio l’aumento degli zuccheri presenti all’interno del sangue. In alternativa, anche la presenza eccessiva di verdure nella propria dieta comporta una serie di effetti collaterali a carico dell’apparato digerente, incluso il gonfiore addominale.

Vitamina D e dieta vegana

L’apporto alimentare di vitamina D nei vegani è stato oggetto di un grande studio epidemiologico condotto nel Regno Unito. I risultati hanno evidenziato un apporto molto minore nei vegani rispetto agli onnivori e minore anche rispetto ai vegetariani (Davey, 2003).

Non sorprende pertanto che nei vegani anche i livelli di vitamina D nel sangue risultino mediamente inferiori rispetto agli onnivori. Questo indica minori riserve e ridotta capacità di mineralizzare l’osso (Hansen, 2018).

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